16 September 2016

Il 19 settembre, nel Salone brunelleschiano dell'Istituto degli Innocenti, verrà presentata la mostra "Licalbe Steiner. Alle origini della grafica italiana", dedicata al lavoro dei coniugi Albe e Lica Steiner. Due grandi protagonisti della ricerca visuale del secolo scorso uniti dalla passione per la grafica e dall'impegno civile contro il regime fascista.

L'esposizione, curata da Anna Steiner (figlia di Albe e Lica), si snoda in un percorso cronologico e in un percorso suddiviso in diverse aree tematiche, già indicate in alcuni appunti di Albe: la ricerca grafica e fotografica, l'editoria, i periodici, le pagine pubblicitarie e gli allestimenti, i marchi, le presentazioni di prodotto, i manifesti e la grafica di impegno civile, la formazione professionale.

La presentazione, in programma alle 16, prevede i saluti di Alessandra Maggi, presidente dell'Istituto degli Innocenti, Daniela Mori, presidente del Consiglio di sorveglianza dell'Unicoop Firenze, e Dario Nardella, sindaco di Firenze. Interverranno: Anna Steiner, Luigi Dei, magnifico rettore dell'Università di Firenze, e Alessandro Colombo, direttore dell'Istituto Europeo di Design.

La mostra, a ingresso libero, sarà visitabile fino al prossimo 16 ottobre, dal lunedì alla domenica (ore 10-19).

Albe e Lica Steiner

Albe e Lica si sposano nel 1938 e l'anno successivo aprono lo studio di grafica LAS. Entrambi attivi durante la Resistenza, combattono fino alla Liberazione, pagando un prezzo altissimo: la perdita di un fratello di Albe, morto nel campo di Ebensee, e la tragica scomparsa del padre di Lica durante la feroce “caccia all'ebreo” dell'8 settembre 1943.

Dopo il 25 aprile Lica e Albe sono tra i fondatori dei Convitti della Rinascita, allestiscono le mostre della Liberazione e della Ricostruzione a Palazzo Reale, partecipano all'VIII Triennale e Albe è chiamato da Elio Vittorini come redattore-grafico a “Il Politecnico”.

Alla fine del 1945 gli Steiner raggiungono la famiglia di Lica, espatriata prima delle leggi razziali, in Messico, dove frequentano Rivera, Siqueiros, Hannes Meyer e i principali circuiti culturali.

Rientrati in Italia per le prime elezioni libere, nel 1948, i coniugi intraprendono una lunga carriera che li porrà al centro della produzione grafica italiana.