Povertà minorile e dispersione scolastica al Sud, mancanza di una rete nazionale di servizi per la prima infanzia, seconda generazioni e minori stranieri non accompagnati
02 May 2012

«Non esiste politica che non influisce sull'infanzia e l'adolescenza ma, nonostante la mancanza di fondi, rimane fondamentale il ruolo dei servizi sociali». Così evidenzia Vincenzo Spadafora, nella Relazione annuale dell'Autorità nazionale per l'infanzia e l'adolescenza presentata al Parlamento lo scorso 18 aprile davanti al presidente dalla Camera, Gianfranco Fini.

Una relazione a tratti accusatoria contro la politica che, a volte, sembra non prendere troppo sul serio il lavoro dell'Autority. «Per anni abbiamo combattuto contro coloro che guardano con benevolenza chi si occupa di infanzia» ha continuato il Garante. La dimostrazione pratica è che, dalla sua nascita nel 2008, l'Autorità continua ad avere una sede provvisoria presso il Ministero del turismo. Un'anomalia del regolamento attuativo che, secondo Fini, può essere sanata rapidamente con un apposito disegno di legge di una sola riga.

Secondo Spadafora la crisi economica ha compromesso la già fragile situazione delle fasce più deboli della popolazione. Una situazione di stress che ha aumentato la vulnerabilità dei bambini e degli adolescenti riducendo ulteriormente le risorse a loro disposizione. Il nostro Paese però non ha adottato provvedimenti sufficienti in grado di affrontare la difficile situazione, soprattutto nelle regioni del Meridione, per incidere sulla povertà minorile o nel combattere la dispersione scolastica oppure per realizzare una rete nazionale di servizi per la prima infanzia.

Il Garante per l'infanzia ha poi voluto sottolineare il problema dei minori non accompagnati che passano nel nostro Paese per dirigersi nel Nord Europa: «É un tema segnalato come urgente dai tanti operatori ed esperti del settore. C'è la necessità di prendere atto della loro presenza ed è importante un approccio diverso con modalità di accoglienza specifiche, aumentando i posti a loro riservati nei centri Sprar-Sistema nazionale di protezione per richiedenti asilo e rifugiati».

Spadafora ha poi affrontato la questione dei bambini e ragazzi di seconda generazione. Sono coloro che nati in Italia da genitori stranieri non possono essere italiani; una questione della quale anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è fatto portavoce. 

«Auspichiamo che, nel rispetto della Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e di altri trattati internazionali, presto si possa arrivare ad una legge che attui pienamente il principio di non discriminazione nei confronti dei bambini che nascono in Italia da genitori stranieri. Questi giovani con i loro coetanei condividono studi, giochi, interessi ma non l'appartenenza a uno Stato che li fa sentire diversi. Quel prefisso extra - ha concluso il garante - li colloca fuori da una comunità che contribuiscono a costruire e vitalizzare».

Spadafora ha lodato il lavoro del Consiglio superiore della magistratura che sta promuovendo percorsi formativi interdisciplinari su temi della giustizia minorile. Ha evidenziato anche prezioso lavoro dell'Associazione nazionale magistrati per i minori e la famiglia. Preoccupazione invece per il Dipartimento per la giustizia minorile, importante conquista degli anni ottanta, che rischia la soppressione. (sp)