Il Rapporto sul benessere dei minori in Calabria fotografa per la prima volta il complesso quadro regionale
31 July 2012

Sono un po' più numerosi che nelle altre regioni italiane, pochi i nati fuori dal matrimonio, solo 10 su 100. Gli stranieri sono di meno rispetto alla media nazionale (3,7% contro 9,7%), ma comunque in crescita. Hanno il record di precocità nell'uso del telefonino, 26 su 100 (tra i 6 e i 10 anni) possiedono un cellulare. Solo il 77,9% completa il percorso scolastico fino al diploma. Sono alcune delle istantanee che compongono il ritratto dei ragazzi calabresi, così come emerge dal “Rapporto sulla condizione e il benessere dei bambini e degli adolescenti in Calabria”, commissionato all’Istituto degli Innocenti dall'Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria e dall’Assessorato regionale alle politiche sociali.

Una sintesi dello studio integrale, che sarà pubblicato dopo l'estate, è stata presentata lo scorso 20 luglio a Catanzaro dal Direttore Generale dell'Istituto, Anna Maria Bertazzoni, alla presenza dell'onorevole Marilina Intrieri, Garante per l'Infanzia Regione Calabria e dell' Assessore regionale al lavoro e alle politiche sociali, Francescantonio Stillitani.

Per la Calabria si tratta della prima indagine del genere. “Questo report sulla condizione dei minori – spiega l’onorevole Intrieri – è la prima tappa di un percorso condiviso all’interno della Regione”. “Delineare un primo profilo della condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Calabria – aggiunge la Intrieri – è solo l’inizio di un lavoro impegnativo quanto indispensabile. Insieme all’Assessorato regionale competente abbiamo congiuntamente ritenuto necessario avviare un percorso che porti alla costituzione dell’Osservatorio regionale sull’infanzia l’adolescenza, quale strumento di analisi, monitoraggio e supporto alle politiche regionali e locali. Lo prevede la legge 451 sin dal 1997”.

Scorrendo l’anticipazione del rapporto, emerge innanzitutto il dato della presenza di bambini ed adolescenti nella regione. La quota della popolazione minorile nell’ultimo decennio è passata da oltre il 20% dei primi anni del 2000 al 17,5% del 2011. Crotone è la provincia più giovane (19,6% minorenni sul totale della popolazione); seguono Reggio Calabria e Vibo Valentia (18,3%), la provincia di Catanzaro (17,1%) e infine Cosenza (16,5%). Anche se in lieve flessione dunque, “i bambini e gli adolescenti in Calabria costituiscono – dice il rapporto - una presenza più significativa rispetto ad altre realtà italiane e più in generale rispetto alla media nazionale, che si assesta al 16,9% sulla popolazione totale”.

Rispetto alla situazione dei minori che vivono fuori dalla famiglia di origine la Calabria sembra aver fatto alcuni passi avanti: se alla fine degli anni novanta i minori in affidamento familiare erano il solo 7% sul totale dei minori allontanati dalla famiglia, i dati più aggiornati ci dicono che ogni 2 minori in comunità 1 è accolto in affido familiare.La Calabria presenta ancora un tasso di mortalità infantile (0-14 anni) superiore, sia pur di poco, al tasso nazionale (4,1% contro il 3,3% complessivo dell’Italia). Tale tasso, che si è quasi dimezzato nell’ultimo decennio, si concentra più significativamente nella fascia 0-4 anni, con 75 decessi su 91 complessivi.

C’è poi il dato dell’abbandono dei percorsi formativi. Solo il 77,9% dei calabresi fino a 19 anni raggiunge il diploma; la dispersione nel corso della carriera scolastica continua ad essere un fenomeno significativo in particolare alla fine del primo anno, dopo il quale si concentra il 12,8% degli abbandoni.

Cruciale anche il capitolo che riguarda i comportamenti devianti e i reati che vedono come protagonisti i minorenni. La percentuale è aumentata negli anni rispetto al totale delle persone denunciate, in linea, però, con quanto avvenuto nel Paese. Ciò che differenzia la Calabria dal resto del Paese è la tipologia di reato: la quasi totalità dei minorenni calabresi (89,1%) è denunciata, infatti, per reati diversi dal furto, percentuale di quasi 20 punti più alta di quella nazionale e di 10 punti più alta di quella del Mezzogiorno; otto minorenni calabresi su cento sono accusati di reati che li collocano in qualche modo nella sfera del crimine.

Interessante inoltre ciò che emerge rispetto all’uso e diffusione dei media e più in generale della tecnologia. Il 78,1% dei ragazzi fra gli 11 e i 17 anni possiede un cellulare e lo usa abitualmente, poco al di sotto della media nazionale, mentre sembra che la disponibilità del cellulare sia più precoce in Calabria che nel resto d’Italia.Anche per ciò che riguarda l’uso del pc la realtà calabrese si discosta poco da quella italiana e non vi sono rispetto all’uso della tecnologia differenze di genere significative: semmai va sottolineato che tre ragazzi su quattro fra gli 11 e 17 anni usano internet, e di questi la maggioranza si collega tutti i giorni.  (francesca coppini)

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