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La presenza di clown dottori in Pronto Soccorso – sia in sala d’aspetto che in ambulatorio – permette di ridurre in maniera sensibile l’ansia dei pazienti pediatrici. Lo afferma uno studio scientifico pubblicato dallo European Journal of Pediatrics e condotto per 4 mesi nel corso del 2015 dell’Irccs Burlo Garofolo di Trieste.
L’indagine è stata compiuta su un campione casuale di quaranta pazienti divisi in due gruppi: il comportamento della metà dei bambini è stato analizzato con questionari e schede di autovalutazione nell’ambito delle normali procedure di Pronto Soccorso, mentre l’altra metà del campione ha potuto vivere un’esperienza diversa, sostenuto dalla presenza dei clown dottori come volontari nell’ospedale materno infantile giuliano.
I risultati dello studio confermano che, anche se il dolore percepito dai bambini rimane sostanzialmente lo stesso, si riduce in modo sensibile l’ansia percepita nelle fasi di attesa e durante le procedure dolorose e, in generale, l’esperienza in Pronto Soccorso risulta alla fine meno traumatica per i piccoli pazienti.
”Il ruolo dei Clown dottori – afferma una nota dell’Istituto – è noto sia in letteratura sia sul campo: il Burlo, nella propria mission di umanizzazione delle cure, di ascolto delle necessità dei piccoli pazienti e delle loro famiglie, ha voluto approfondire questo tema con rigore tecnico e scientifico, affinché simili esperienze possano avere sempre maggiore attenzione, ed entrare nelle normali pratiche di gestione dei pazienti pediatrici”.
La clown terapia in Italia ha mosso i prmi passi negli anni Novanta. Ad oggi la Federazione Italiana Clown Dottori riunisce molte delle associazioni che lavorano su tutto il territorio e fornisce formazione specifica ai nasi rossi di corsia. La formazione prevede competenze teatrali e di clownerie a cui si aggiungono competenze di tipo socio-psico-pedagogico (ad es. psicologia positiva, psicologia dell’età evolutiva, psicologia dell’umorismo, psicologia relazionale, psicologia dell’ospedale, igiene e procedure ospedaliere, intercultura, sociologia dell’ospedale).
Sono molti gli studi che continuano a provare gli effetti benefici della risata sull'organismo umano. La gelotologia (dal greco ghelos=riso e logos=scienza) è una nuova disciplina che studia in maniera sistematica l'attività del ridere, del buonumore e del pensiero positivo come rimedio a numerosi disturbi e malattie psicofisiche.
Essa si basa sugli studi di psiconeuroendocrinoimmunologia (P.N.E.I.) che hanno sostanziato l'influenza diretta degli stati mentali e delle emozioni sul sistema immunitario e viceversa. Anche la PNEI è una disciplina di nascita relativamente recente, che basa le proprie teorie e i propri metodi sulla convinzione che i vari sistemi (psichico, neurologico, endocrino e immunitario) interagiscano tra loro per il raggiungimento di un’omeostasi (equilibrio) interna dell’organismo.
Secondo questo presupposto se mente e corpo sono in grado di interagire, non risulta difficile accettare l’idea che l’umore (inteso come disposizione mentale, più o meno positiva, all’interpretazione degli stimoli) possa regolare, o quantomeno influenzare, il sistema nervoso centrale, quello ormonale e quello immunitario.