I dieci putti in terracotta invetriata di Andrea della Robbia, staccati dalla facciata degli Innocenti, si trovano al momento all'Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Con la campagna "Adotta un'opera" l'Istituto lancia un appello a istituzioni, aziende
07 June 2016

Il putto n.3 ha trovato una 'famiglia adottiva' nel grande gruppo Colorobbia, leader nel settore della ceramica industriale, che ne ha finanziato il restauro per l'intero importo (20mila euro). Insieme agli altri nove di Andrea della Robbia, il prezioso manufatto è stato staccato nel maggio scorso dal portico di facciata dell'Istituto degli Innocenti, per la prima volta dalla loro collocazione nel 1487.

Il lungo percorso di restauro dei putti, ad opera dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, si inserisce nella complessa attività di studio, ricerca e valorizzazione che confluirà nel nuovo Museo degli Innocenti (apertura al pubblico dal 24 giugno 2016).

Il restauro dei putti di Della Robbia, così come di altre opere dell'enorme patrimonio dell'Istituto, rientra nella campagna di sensibilizzazione 'Adotta un'opera'. La campagna prevede la possibilità di scegliere, a partire da un catalogo di manufatti che necessitano di interventi conservativi, una singola opera da "adottare" per intero oppure di donare una quota dell’importo previsto per il restauro. La stessa opera, una volta esposta, sarà accompagnata dal nome del donatore che sarà citato anche nel catalogo del museo, fra i sostenitori.

"Adotta un'opera" è attiva dal 2010 e ha già registrato notevole successo, contribuendo al restauro di numerosi lavori. Molte le aziende che hanno aderito all'iniziativa, ma sostegno è arrivato anche da privati cittadini, enti e organizzazioni di categoria.

Colorobbia opera a livello internazionale nella ricerca, produzione e distribuzione di materie prime e semilavorati per l’industria della ceramica e del vetro. Le origini dell'azienda risalgono al 1921, quando a Montelupo Fiorentino (FI) fu fondata la Manifattura Ceramica Cav. Guido Bitossi & Figli a cui si aggiunse, nel 1947, il colorificio ceramico Colorobbia.

Dagli anni '70 l'azienda ha iniziato un percorso di internazionalizzazione fino ad essere presente, ad oggi, in 18 paesi del mondo con 28 aziende e 2mila dipendenti. Fin dalla nascita il Colorificio Ceramico Della Robbia, rinominato a breve Colorobbia, porta volutamente inscritto nel proprio nome il legame con i Della Robbia. I Bitossi infatti vollero rendere omaggio alla prestigiosa famiglia fiorentina e alla sua maestria nell’arte della ceramica invetriata quale esempio di perfezione, simbolo del primato di innovazione estetica e tecnologica in ceramica. Al tempo stesso questa scelta fu ritenuta di buon auspicio per la nuova attività di produttore di smalti, colori, fritte e cristalline destinati alle manifatture ceramiche e successivamente all’industria ceramica.

Già dalla sua costituzione al nome Colorobbia venne affiancata l’immagine, più o meno stilizzata e liberamente interpretata, di uno dei putti di Andrea Della Robbia: per l’esattezza l’unico con il braccio destro piegato sull’addome ed il sinistro aperto, identificabile appunto con il putto n.3 oggetto del restauro.