Ha preso il via ieri, all'Istituto degli Innocenti, il convegno nazionale "La relazione che cura. Tessere legami nelle comunità per minorenni".
Due giornate di studio organizzate dal Cncm (Coordinamento nazionale comunità per minori) in occasione dei suoi 25 anni di attività per approfondire il tema dell'accoglienza dei minori fuori famiglia, con un focus sulle relazioni di cura che allarga lo sguardo anche ad altri Paesi europei.
Il convegno si è aperto con l'inaugurazione della mostra fotografica di Giovanni Gastel per l'Associazione Il Piccolo Principe, 26 ritratti dedicati al tema del maltrattamento infantile, ed è proseguito con gli interventi di Giovanni Fulvi, presidente del Cncm, Alessandra Maggi, presidente dell'Istituto degli Innocenti, Grazia Sestini, Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Toscana, e Daniela Volpi, dirigente del Settore tutela minori della Regione Toscana.
«Il bambino ha diritto all'ascolto, alle relazioni che curano», ha sottolineato Alessandra Maggi, definendo il progetto di accoglienza «un percorso in continua verifica, un lavoro da rimettere sempre in discussione, perché i bisogni dei bambini cambiano». La presidente dell'Istituto ha riportato anche alcuni dati: «i minori fuori famiglia in Italia sono circa 28.000; in Toscana circa 1.800. A livello nazionale il 50 per cento è accolto nelle comunità e il restante 50 per cento in affido, mentre in Toscana 1/3 è accolto nelle strutture e 2/3 in affido».
Grazia Sestini ha parlato, fra l'altro, della complementarietà tra dimensione familiare e accoglienza extrafamiliare e della necessità di costruire un progetto di vita per ogni ragazzo accolto. La Garante si è soffermata anche sulle difficoltà dei neomaggiorenni in uscita dalle comunità: «il problema è il futuro di questi ragazzi. La Regione sperimenterà una soluzione di accompagnamento all'autonomia dei ragazzi accolti vicini al compimento dei 18 anni».
Di questa sperimentazione, che prevede una nuova tipologia di comunità per minori definita “Appartamenti per l'autonomia”, ha parlato anche Daniela Volpi, che ha ricordato un'altra iniziativa importante della Regione: la delibera della Giunta Regionale 26 gennaio 2015 n. 54. Il provvedimento - in coerenza con l'Intesa tra Governo, Regioni ed Enti locali sul Piano nazionale del 10 luglio 2014 - consente alle strutture toscane che ospitano minori di ampliare temporaneamente la propria capacità ricettiva fino al 25 per cento del numero massimo previsto (deroga applicabile esclusivamente per le accoglienze di minori stranieri non accompagnati).
Ai lavori della sessione mattutina sono intervenuti anche Patrizia Corbo, presidente dell'Associazione Il Piccolo Principe, Vincenzo Spadafora, Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza e Fulvio Scaparro, fondatore dell'Associazione Genitori ancora, giornalista e scrittore.
«Fra le segnalazioni che ricevo molte riguardano i minori fuori famiglia, le comunità, il ruolo dei servizi sociali e situazioni non conformi alle leggi e non rispettose dei diritti dei minori», ha detto Vincenzo Spadafora. Nel suo intervento su "Il diritto alla cura delle relazioni" (articoli 3 e 20 della Convenzione Onu sui diritti del fanciullo), il Garante ha toccato molti temi, evidenziando alcune criticità, come la mancanza di livelli essenziali delle prestazioni riguardanti i diritti civili e sociali dei bambini e degli adolescenti garantiti in tutte le regioni e le condizioni di grave difficoltà in cui si trovano oggi le famiglie.
Durante l'incontro è stata distribuita la pubblicazione "Comunità residenziali per minorenni: per la definizione dei criteri e degli standard", documento di proposta elaborato dal Gruppo di lavoro sulle comunità di tipo familiare nato all'interno della Consulta delle associazioni e delle organizzazioni, istituita presso l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza.
Il convegno prosegue oggi con un confronto di esperienze europee e una tavola rotonda dedicata al tema "Tessere relazioni di cura tra soggetti istituzionali". (bg)