Maggi: "Bisogna lavorare al di là dell'emergenza"
25 November 2014

Oggi, 25 novembre, ricorre la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

La giornata, voluta dall'ONU nel 1999, è ogni anno l'occasione per riaccendere l'attenzione (che mai in verità dovrebbe affievolirsi) su un fenomeno dalle molte sfaccettature. Ma la giornata non può e non deve restare solo un appuntamento stereotipato, fatto di slogan e immagini troppo simili fra loro, che non è sufficente da solo a stroncare un atteggiamento culturale che ha radici tanto profonde.

Noi crediamo che, al di là delle banalizzazioni e della retorica, non ci saranno mai troppe giornate come questa fino a che, in Italia, la risposta al problema resterà inadeguata. Come inadeguate sono, evidentemente, le misure di protezione per le donne che chiedono aiuto. Da un recente rapporto di Eures emerge infatti che nel 2013 più della metà delle future vittime (il 51,9%) aveva segnalato o denunciato le violenze subite.

“La battaglia contro la violenza sulle donne è una battaglia culturale ed è necessario uscire dalla logica dell'emergenza – commenta Alessandra Maggi, presidente dell'Istituto degli Innocenti - in questi anni, grazie al lavoro ed all'impegno dei tanti luoghi diversi in cui le donne hanno portato la loro soggettività, si è costruito un pensiero ed una pratica per concepire relazioni diverse ed un modo diverso di stare insieme per gli uomini e per le donne. Non solo risposte ad un bisogno, non solo lotta alle discriminazioni, ma un modo diverso di guardare al mondo per cambiarlo”

La violenza sulle donne nella nostra regione è un fenomeno che sta progressivamente venendo alla luce. Secondo i dati del quinto rapporto sulla violenza di genere in Toscana nel periodo che va dal 1° luglio 2009 al 30 giugno 2013, 8.218 donne si sono rivolte ai Centri antiviolenza del territorio, con un aumento del 41,8% rispetto all'anno precedente, in particolare fra il 2012 e il 2013.  L'aumento è frutto di un maggior numero di donne italiane che vi si sono rivolte, mentre il numero di non autoctone rimane pressoché invariato. Sono per la maggior parte donne appartenenti alla classe media, il che conferma il profilo dell’utente dei centri descritto in questi anni: le donne italiane hanno un titolo di studio buono, sono occupate stabilmente ed appartengono ad un’età in cui si è mature e consapevoli. Per le straniere si abbassa l’età media e sono più numerose le donne non occupate stabilmente. Nella maggior parte dei casi il maltrattante è la persona con cui la donna ha o ha avuto una relazione intima e la violenza si manifesta nel 27% dei casi a casa della vittima. Si tratta, inoltre, di violenza multipla: sono soprattutto le donne che subiscono abusi all’interno dell’ambito familiare a dichiarare di subire più di un tipo di violenza. Dal 1°luglio 2010 al 30 giugno 2013 5.935 ragazzi hanno visto le proprie madri vittime di un sopruso perpetrato soprattutto tra le mura domestiche, fenomeno che prende il nome di violenza assistita. Di questi 4.322 sono minorenni.

Tante le iniziative in Toscana in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Tra le altre la presentazione del sesto rapporto sulla violenza di genere nella nostra regione. Il lavoro, a cura della rete degli Osservatori Sociali della Toscana, sarà illustrato giovedì 27 novembre nel corso di un convegno a Palazzo Ducale, Lucca. 

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