04 September 2015

Quelli di cui si parla da settimane sono bambine e bambini, ragazzi e ragazze che scappano da Paesi che hanno firmato e ratificato la Convenzione sui diritti del fanciullo (tutti tranne gli Stati Uniti), muovendosi verso Paesi nei quali la medesima convenzione è stata firmata e ratificata.

Siamo dunque tutti Stati Parti della Convenzione ONU sui diritti del fanciullo del 1989 e siamo quindi tutti impegnati a garantire il diritto di quei bambini e ragazzi alla sopravvivenza come sancito dall’art. 6 e a riconoscere e rispondere al loro bisogno di non essere separati dai loro genitori contro la loro volontà (art.9).

Siamo davanti a processi di dimensioni immani che interessano ormai interi stati e aree di continenti. Guerre, persecuzioni, conseguenze di siccità e gravi crisi sociali ed economiche spingono verso l’Europa masse di uomini, donne e bambini di ogni età che vogliono garantirsi la sopravvivenza. Costruire muri, stendere fili spinati non può fermare chi scappa da orrori che noi fatichiamo a guardare e ascoltare. L’accoglienza deve fondarsi innanzitutto sul rispetto del diritto internazionale in materia di asilo e di protezione umanitaria a chi fugge da persecuzioni, guerre e altre condizioni oggettive in grado di mettere a rischio la sua vita.

Con la ratifica della Convenzione (art.22) gli Stati si sono impegnati ad adottare tutte le misure affinché un fanciullo possa ottenere lo statuto di rifugiato ai sensi delle regole e delle procedure del diritto internazionale o nazionale e possa beneficiare della protezione e della assistenza umanitaria necessarie. L’accoglienza deve fondarsi certamente anche sulla sostenibilità dei Paesi che accolgono e per questo è fondamentale un impegno da parte di tutti gli stati europei, e non è possibile negare i diritti fondamentali di chi chiede di essere accolto e protetto.

Chiediamo pertanto al Governo italiano, all’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza, ai Presidenti di Camera e Senato di farsi parte attiva affinché siano messe in atto tutte le misure possibili, atte ad assicurare in tutta Europa e nel nostro Paese la protezione di questi bambini, anche con azioni dirette nei Paesi di origine di questi flussi. Riteniamo indispensabile dare la massima priorità alla protezione di bambini e ragazzi mediante interventi umanitari anche lungo le rotte di fuga.

Chiediamo che l’Italia continui a farsi parte attiva, anche con maggior forza, affinché l’Europa, la Nato e l’ONU agiscano a protezione delle popolazioni nei loro Paesi di origine.

Alessandra Maggi

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