Uno studio della Johns Hopkins University dimostra il maggiore interesse dei bimbi per ciò che va contro le loro aspettative sul mondo. Lo stupore sarebbe quindi un meccanismo importante per il processo di apprendimento.
08 April 2015

Veniamo alla luce con una certa conoscenza del mondo, o meglio, con delle aspettative su come le cose intorno a noi dovrebbero funzionare. E' l'assunto che sta alla base di tutte le teorie innatiste, ampiamente dibattute, secondo le quali ognuno di noi nasce con un certo bagaglio di conoscenze non dovute all'esperienza ma appunto innate. 

Un nuovo studio pubblicato alcuni giorni fa sulla rivista Science a cura della Johns Hopkins University di Baltimora oltre a supportare questa tesi compie un passo in più, dimostrando come quando nei bambini anche molto piccoli queste convinzioni vengono messe in crisi, la sorpresa che ne deriva può generare apprendimento.

La ricerca, coordinata da Lisa Feigenson e Aimee E. Stahl del Dipartimento di psicologia e scienze cognitive della Johns Hopkins, ha condotto una serie di esperimenti con oltre 100 bambini fra gli 11 e i 12 mesi. Ai bambini venivano mostrate situazioni in cui un oggetto sembrava violare le più banali leggi della fisica, ad esempio un pallone che lanciato contro un muro sembra attraversarlo oppure una macchina che fluttua nel vuoto.

Come previsto anche da precedenti studi, i bambini hanno mostrato segni di stupore e maggiore attenzione di fronte agli eventi inaspettati. Ma le ricercatrici sono andate oltre, testando se la sorpresa dimostrata fosse anche accompagnata da una maggiore capacità di acquisire informazioni. E l’ipotesi è stata confermata: quando i bambini hanno osservato un oggetto comportarsi in modo inaspettato, sono poi riusciti a imparare più facilmente una sua caratteristica, come la capacità di emettere un suono, rispetto alle condizioni in cui tutto accadeva secondo le loro aspettative.

''Gli infanti usano ciò che già sanno sul mondo per fare delle previsioni - spiega Lisa Feigenson - Quando le previsioni si rivelano errate, i bambini rimangono sorpresi e usano questo risultato come opportunità per imparare e comprendere meglio il loro mondo''. 

Inoltre, secondo Stahl e Feigensen, il fatto che la violazione di queste proprietà (solidità, continuità spaziotemporale, sostegno) susciti tanto stupore e interesse corrobora l'ipotesi che nell'uomo e in altre specie esista una fondamentale "conoscenza di base", ossia che alcune rappresentazioni cognitive di oggetti e agenti siano presenti già alla nascita. Queste conoscenze di base riguarderebbero aspetti dell'ambiente che sono stabili attraverso scale temporali evolutive. (fr. cop)

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