19 April 2016

L'Italia si colloca al 32esimo posto su 35 nella classifica della disuguaglianza tra i bambini dei Paesi UE/OCSE. E' uno dei dati che emerge dalla Report Card13 "Equità per i bambini. Una classifica delle disuguaglianze nel benessere dei bambini nei paesi ricchi" realizzata dal Centro di Ricerca Unicef Innocenti e presentata alcuni giorni fa. Il rapporto propone una panoramica delle disuguaglianze nel benessere dei bambini in 41 paesi dell'Unione Europea e dell'OCSE.

La domanda a cui si cerca di rispondere è: fino a che punto si permette che i bambini della fascia più bassa restino indietro rispetto ai propri coetanei, in termini di reddito, istruzione, salute e sodddisfazione nei confronti della vita? Cosa può significare vivere in una condizione non equa per un bambino? "Le disuguagllianze sociali fra adulti possono essere giustificabili quando derivano da una competizione equa e da condizioni di pari opportunità. - si legge nell'introduzione al rapporto - I bambini tuttavia si trovano a dover affrontare circostanze socio-economiche che sfuggono al loro controllo. Inoltre è convinzione ormai diffusa che le esperienze infantili abbiano un profondo impatto non solo sulla vita presente dei bambini, ma anche sulle loro opportunità nelle prospettive future."

L'indagine prende in esame quattro categorie, appunto. Il reddito, l'istruzione, la salute e la soddisfazione nei confronti della vita.

Per quanto riguarda le disuguaglianze di reddito l'Italia si colloca al 35esimo posto su 41. Nel nostro paese il divario reddituale fra i bambini della fascia bassa e quelli della media è del 60,6% In cima alla classifica la Danimarca con il 37% di divario relativo. In generale tutti i paesi scandinavi (tranne la Svezia) presentano il divario reddituale più contenuto. Il divario di reddito pare strettamente correlato con l'indice di povertà; laddove quest'ultimo è più basso il reddito è più equilibrato.

Per il divario nei risultati scolastici l'Italia è al 22° posto su 37 paesi considerati. L'indagine prende in esame i punteggi ottenuti nelle prove PISA (Programme for International Student Assessment) dell'OCSE, che valutano le capacità di lettura, le competenze matematiche e scientifiche a 15 anni. Inoltre nel 2012, dati più recenti a disposizione, quasi il 12% dei 15enni non ha raggiunto il livello 2 di competenza in queste tre discipline, registrando comunque un miglioramento rispetto al 2006.

Nell'ambito della salute (dati 2013/2014 dello studio HBSC – Health, Behaviour in School Aged Children) il nostro paese è 28esimo con un divario di 30,11 punti percentuali. Il 30,5% dei ragazzi riferisce di soffrire di uno o più disturbi al giorno. I Paesi in cui il divario è minore sono Austria Germania e Svizzera.

Nello studio HBSC sopracitato, l'8% degli adolescenti italiani ha indicato un livello di soddisfazione nei confronti della propria vita che non ha superato 4 su una scala da 1 a 10. Si evidenzia anche una certa differenza nei punteggi medi tra i bambini immigrati e non immigrati, con un calo di 0,39 punti per la prima generazione, e quindi un aumento di 0,20 punti percentuali per la seconda generazione. Lo status socio-economico e il genere influenzano atteggiamenti di soddisfazione nei confronti della vita: gli adolescenti provenienti da famiglie più povere avevano una probabilità superiore di 10 punti percentuali di esprimere un livello di soddisfazione più basso, mentre le ragazze, in particolare le adolescenti tra 13 e 15 anni, avevano più probabilità rispetto ai ragazzi di finire in fondo a questa classifica.

Considerando tutte le dimensioni analizzate l'Italia si trova al 32esimo posto su 35, collocandosi fra i paesi in cui l'equità fra i bambini è decisamente traballante. In posizione più bassa soltanto Turchia, Bulgaria e Israele.