La strada ancora lunga per i diritti di donne e bambine
10 March 2015

L'8 marzo porta in genere con se molte interessanti iniziative. Eventi, incontri, dichiarazioni di intenti che accendono i riflettori sulla condizione femminile, sulle differenze di genere e su quanto ancora sia necessario lavorare sul fronte delle pari opportunità. 

Ma quanti e quali sono ancora gli ambiti in cui il gap si fa più evidente, nel nostro paese? 

Secondo l'ultimo rapporto sulla parità di genere redatto dal World economic forum (Wef) l'Italia guadagna posizioni nella classifica mondiale anche se resta tra i paesi con la minore partecipazione delle donne all’economia e tra quelli con la maggiore disparità salariale. 

L’Italia risulta al 69° posto nella classifica che prende in considerazione 142 paesi per quanto riguarda la partecipazione delle donne al settore economico e al 129° per la parità degli stipendi.

Per la presenza di donne al parlamento e al governo, l’Italia è al 37° posto in classifica. Per le aspettative di vita, infine, è all’83° posto.

Secondo i dati dell'Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione europea, in Italia il 49,9 per cento delle donne ha un lavoro a fronte del 69,8 per cento degli uomini. Uno squilibrio di 19,9 punti percentuali molto preoccupante, soprattutto se rapportato alle realtà di altri Paesi europei. Peggio dell'Italia solo Malta, con una differenza di 29,9 punti percentuali. Al terzo posto in questa classifica la Grecia che registra 19,4 punti percentuali di divario. Inoltre, secondo lo studio Gender gap report 2015, realizzato dall’Osservatorio di JobPricing, in Italia le donne guadagnano in media il 7% in meno degli uomini. La forbice si allarga soprattutto nei comparti servizi finanziari (+27,5% in favore degli uomini) e servizi. E nei ruoli di vertice, la prevalenza maschile è netta. 

Già dalla pre adolescenza è possibile rilevare forti gap di genere in diversi ambiti, a partire dall'istruzione.

A scuola le ragazze italiane sono piu' studiose e diligenti, ma hanno meno fiducia, meno aspettative e piu' ansie dei loro coetanei maschi e questo si traduce in un grosso svantaggio nei percorsi formativi e quindi professionali e lavorativi. Lo afferma il rapporto "L'Abc dell'uguaglianza di genere nell'istruzione" pubblicato pochi giorni fa dall'Ocse che mette il nostro paese in cima alla lista per quanto riguarda le disparità nel mondo della scuola, con ricadute negative anche sullo sviluppo economico. L'Italia - indica l'Ocse - e' uno dei paesi dove le differenze di genere a favore dei maschi in matematica sono maggiori e questo si ripercuote sulla scelta delle università e quindi delle carriere.

Uno dei motivi, a quanto pare, è la scarsa fiducia dei genitori che immaginano ancora carriere diverse per maschi e femmine; solo 1 padre su sei, ad esempio, ritiene che la figlia possa riuscire in un mestiere tecnico – scientifico al pari di un figlio maschio. 

E in Toscana? Tra gli elementi utili a riflettere su fenomeni sociali di rilievo quali le violenze di diverso grado subite dalle donne, vi è il dato riguardante le prepotenze subite da coetanei dichiarate dai ragazzi 14-19 anni. Nel 2011 in Toscana il 22,1% delle femmine dichiara di aver subito prepotenze da un coetaneo contro il 16,6% dei maschi; rispetto al 2008 il dato relativo alle femmine è leggermente aumentato mentre quello relativo ai maschi è in diminuzione. Con riferimento specifico agli abusi sessuali, considerando che i dati presentano un fenomeno caratterizzato da numeri molto bassi anche a causa della difficoltà nella denuncia, l’incidenza di questo tipo di maltrattamento è maggiore nelle femmine. Il numero di abusi sessuali denunciati e presi in carico (Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza)  è circa 3 volte maggiore per le ragazze, 45 casi per i maschi e 119 per le femmine; i casi di abusi sessuali in famiglia risultano invece minori in valore assoluto ma presentano lo stesso trend (21 casi per i maschi e 67 casi per le femmine). 

Per quanto riguarda salute e benessere l'ARS Toscana ci dice che esistono già alcune differenze nello stile di vita di ragazzi e ragazze, ad esempio per quanto riguarda l'attività fisica. Le ragazze mostrano una più bassa propensione a svolgere un’attività fisica regolare, infatti le femmine in età 14-19 anni che svolgono attività fisica 3 o più giorni alla settimana sono 47% contro il 70% dei maschi. Tale differenza aumenta al crescere dell’età, le femmine di 15 anni che non svolgono mai attività fisica rappresentano l’11,5% del totale mentre i maschi rappresentano il 5,9%, a 17 anni il totale di ragazze che non svolgono mai attività fisica arriva al 17,4% mentre i maschi si attestano sul valore del 7,7% .

Altro dato interessante riguarda il consumo di alcol, ed in particolare la relazione con le dinamiche del tempo libero. Infatti sempre secondo Ars Toscana, sebbene i maschi presentino un uso maggiore espresso in termini di consumo medio giornaliero (a titolo di esempio i maschi di 16 anni consumano 17 grammi di alcol in media contro i 9,9 grammi delle femmine), passando all’analisi della distribuzione del consumo durante la settimana si rileva che le ragazze, più dei maschi, concentrano maggiormente il consumo durante il fine settimana. (fr.cop)