Al seminario “Enti locali, scuola, integrazione” che si è svolto agli Innocenti
08 March 2012

«L'integrazione dei cittadini immigrati è fondamentale e la scuola ne è il più prezioso veicolo». Sono parole del ministro della Cooperazione internazionale e dell'integrazione, Andrea Riccardi, che ha partecipato al seminario tenutosi a Firenze l'8 e 9 marzo.

Ha poi elogiato gli insegnanti: «Sono sulla prima delicatissima frontiera nella costituzione dell'Italia di domani. A scuola si impara a stare con gli altri e ad essere italiani. Bambini e ragazzi che frequentano le nostre scuole non sono stranieri ma alunni».

Il ministro ha poi voluto sottolineare che tra scuola e realtà locali si costruisce un processo di integrazione di cui il Paese ha bisogno. E, a margine del seminario, parlando con i giornalisti sulla cittadinanza agli immigrati ha preso posizione netta su una terza via: «Non jus soli o jus sanguinis ma jus culturae. Cioè riconoscere ai figli degli immigrati il diritto di essere cittadini dopo il conseguimento del primo ciclo scolastico. É un mio suggerimento, è una posizione personale che ho avanzato qualche mese fa in un dibattito che ha la sua sede in Parlamento».

Il ministro Riccardi, nel Salone Brunelleschi degli Innocenti, ha mosso così la platea durante il seminario “Enti locali, scuola, integrazione” (programma – pdf 83kb). Due giornate di lavoro promosse dalla Direzione generale per lo studente, l'integrazione, la partecipazione e la comunicazione del ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca in collaborazione con l'Ufficio scolastico della Regione ToscanaCentro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza, Associazione nazionale comuni italiani e Istituto degli Innocenti.

Filo conduttore dell'incontro è “Quattro Italie a confronto. Il paesaggio multiculturale della scuola italiana”, tema sviluppato da Vinicio Ongini, della Direzione generale per lo studente del Miur e coordinatore scientifico del seminario. Quattro le sezioni: le grandi città; le piccole e medie città; i piccoli centri e i Comuni montani.

«La scuola delle diversità è un bene comune che va valorizzato» ha affermato Ongini, esperto sulle tematiche dell'intercultura «Ci sono quattro i fattori importanti da tenere in considerazione: la velocità del cambiamento che provoca spaesamento; la molteplicità delle cittadinanze e la sua gestione; il policentrismo diffuso; la coesione sociale. É preziosa anche la speranza che gli immigrati hanno nei confronti dell'Italia che per loro è un investimento. Secondo un'indagine Censis sullo stato sociale in Italia, il 92% degli immigrati dichiara che proseguirà negli studi, il 20% studierà il minimo indispensabile (tra gli italiani si arriva al 32%) e il 60% pensa che l'Italia sarà più benestante».

Ma quanti sono gli alunni e gli studenti non italiani che frequentano le scuole italiane? Secondo dati della fondazione Ismu - riferita all'anno scolastico 2010/2011 - il nostro Paese ne ospita 711 mila (+37,5% rispetto all'anno precedente), un gruppo composto da 187 cittadinanze e in continua crescita che rappresenta il 7,9% della popolazione scolastica italiana. Sono invece oltre 53.500 gli studenti delle scuole superiori, numero che incide con il 5,8% sul totale degli alunni. La comunità maggiore è quella rumena con oltre 126 mila studenti mentre la Lombardia, con oltre 173 mila, è la regione che ne ospita il maggior numero.

Tra i relatori anche Oiudad Bakkali, assessore all'Istruzione e alla cultura del Comune di Ravenna. Italo marocchina, immigrata di seconda generazione che conosce bene il problema dell'immigrazione: «Ravenna è un mosaico di culture. Le seconde generazioni sono plurali, anello delicato e più importante per i cicli migratori. Sono quei giovani che precedono la terza generazione, quella più stabile».

Durante la seconda giornata di lavoro ha avuto luogo una sessione plenaria “Se il cinema incontra la scuola multiculturale”, ricerca in video presentata da Marco Dalla Gassa e Fabrizio Colamartino del Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza. Concluderanno i lavori una tavola rotonda e l'intervento di Maria Cecilia Guerra sottosegretario del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. (sp)