28 September 2012

Da oltre sei secoli l’Istituto degli Innocenti si dedica alla tutela dell’infanzia. Sorto in quel Rinascimento che fiorì, oltre che nelle arti, anche in una nuova visione dell'umanità, ancora oggi accoglie i piccoli più sfortunati e lavora per far crescere la responsabilità di tutti verso le nuove generazioni. Molto tempo è passato da quando la prima madre, forse piangendo, oppressa dalla miseria, ma certamente sperando in una sorte migliore per il suo bimbo, lo affidò alla cura degli Innocenti.

In questi nostri giorni invece, come se la Storia stesse tornando indietro, vediamo troppe donne senza speranza piangere per i figli spazzati via da una delle tante guerre che violentano il mondo. Dalla Siria in particolare ci giungono notizie terribili e ci passano davanti agli occhi immagini intollerabili di nuovi massacri di uomini e donne e piccoli innocenti. Bambini uccisi, feriti, resi orfani, persi tra le macerie e in fuga, con la sola colpa di essere nati sotto un regime dittatoriale feroce che, davanti al possibile crollo, reagisce con la crudeltà stupida e inutile che priva un popolo del proprio futuro, uccidendone i figli. Della guerra civile in corso non si intravede la fine e non si sentono tra le parti parole di pace.

E mentre il sangue di tante vittime si porta via la speranza di una primavera araba che non ha fatto in tempo a fiorire, la diplomazia internazionale stigmatizza, censura, si appella, ma niente cambia. E noi qui, affaccendati a risolvere i nostri piccoli e grandi guai, assistiamo alle vicende siriane, alle sofferenze dei bambini e delle famigliue, ma restiamo spiazzati e impotenti. Che possiamo fare? I problemi del mondo sono tanti e troppo grandi. Ma non lasciamo che l’indifferenza ci renda insensibili al punto di non pensare, almeno per un istante, che mentre ci affanniamo per preparare un futuro sostenibile per i nostri figli, altre madri e padri urlano il loro dolore che nessuno o quasi ascolta più.

La civiltà della comunicazione, l’essere sempre connessi, le istant news della rete ci stanno assuefacendo all’orrore: ma quei fanciulli massacrati non sono un videogame, né un reality, né una fiction. Quel dolore è vero e segna un ritorno alla barbarie, ci dice che è stata superata una soglia troppo pericolosa per un mondo che voglia essere civile. Le guerre ci sono sempre state ma oggi le pagano soprattutto le popolazioni inermi.

E' tempo di cominciare a credere che esistano anche altri mezzi per arrivare a una convivenza pacifica. Il mondo continua a girare ma ogni bambino ucciso dall’ottusità della guerra è un passo indietro dell’umanità . Non abbiamo la forza per fermare la guerra in Siria ma non dimentichiamo che c'è. E, se possiamo, aiutiamo chi lavora per dare sostegno ai profughi e ai bambini soprattutto.

Tra le numerose iniziative di solidarietà ricordiamo la campagna di Unicef Italia, “Emergenza Siria”; tutte le informazioni su come dare un contributo, anche con donazioni on line, si trovano a questo indirizzo: http://www.unicef.it/siria Segnaliamo inoltre la Fondazione Giovanni Paolo II che sta realizzando un progetto di aiuto umanitario e sostegno scolastico ai bambini profughi , siriani e iracheni che sono giunti in Libano.

Si può contribuire tramite il conto corrente su Banca Etruria, agenzia di Pratovecchio, IBAN: IT16I0539071590000000091642 .

(Foto: Unicef Italia)