![](https://2015.istitutodegliinnocenti.it/sites/default/files/notizia_coderdojo.jpg)
CoderDojo è un movimento mondiale senza scopo di lucro che si occupa di istituire dei club e organizzare incontri gratuiti per insegnare a bambini e ragazzi la programmazione. Delle palestre per futuri sviluppatori. Coder, da “Coding”, ossia programmare con i linguaggi alla base di ogni sistema informatico;” “dojo” che nella tradizione giapponese significa “luogo della via”, un posto dove apprendere una mentalità, un modo di rapportarsi con la tecnologia che sempre di più farà parte del quotidiano e di certo influenzerà il mercato del lavoro nelle generazioni a venire.
Programmare può essere divertente, ebbene sì. E anche se l'approccio della scuola è ancora debole, non parliamo di programmazione ma di tecnologie in generale, per i ragazzi lavorare sul codice è una sfida appassionante e certamente utile per il loro futuro.
Nato in Irlanda nel 2011 grazie a James Whelton (un diciannovenne che aveva appena lanciato un corso di programmazione nella sua scuola) e Bill Liao, (co -fondatore di Xing) il movimento conta ad oggi quasi 400 Dojo in tutto il mondo. Firenze ha fatto da apripista inaugurando il primo in Italia, due anni fa.
Coder Dojo Firenze è nato grazie all'idea di Giuseppe Tempestini, 29 anni, che grazie a un amica in comune proprio con Liao decise di portare a Firenze il progetto. Il primo in Italia.
Siamo andati a vedere cosa succede agli incontri (sempre l’ultimo sabato di ogni mese, presso Impact Hub Firenze)
I ragazzi sono divisi per tavoli, ognuno con il proprio computer portatile. Ogni gruppo è seguito da un tutor, mentre altri mentor si occupano di spiegare a tutti i vari passaggi dei tutorial appositamente realizzati sull’argomento del giorno. Non c’è un programma da seguire e non ci sono livelli da raggiungere, ognuno si diverte a modo suo in base all’età, al grado di apprendimento, alla voglia e all’umore della giornata. Non c’è noia perché tutto è una sfida, un mostro da sconfiggere per passare di livello. E i risultati sono sorprendenti. Oggi, ad esempio, si lavora su javascript.
Come si fa a trasformare qualcosa di apparentemente ostico e complicato in un divertimento? Innanzitutto l’approccio all’insegnamento dell’informatica è totalmente diverso dal solito, non ci sono manuali, si procede passo dopo passo in un percorso a gradi di complessità consecutivi, basati sul learn-by-doing, imparare facendo, esattamente come negli altri mestieri “artigiani”. In questo modo, e grazie a strumenti speciali come la piattaforma Scratch, sin dai primi passi anche i più piccoli possono vedere i risultati di quello che stanno facendo.
Il Dojo è totalmente gratuito e aperto ai ragazzi dai 6 ai 17 anni. “Con un pubblico di età così varia dobbiamo seguire approcci molto diversi – spiega Giuseppe Marinelli, uno dei mentor. - I più grandi che hanno già qualche competenza scolastica ovviamente fanno domande più articolate. Ma sono i più piccoli a stupire per la capacità di risolvere problemi complessi in maniera molto innovativa. Noi mentor non forniamo tecnicismi ma cerchiamo di creare un contesto nel quale il bambino possa sperimentare fiducia e autostima. Cerchiamo di costruire quel “nucleo caldo” che è alla base di ogni crescita e di ogni evoluzione”.
Il gruppo è sempre in cerca di nuovi volontari, programmatori o semplici appassionati di informatica. Per informazioni potete visitare il blog o la pagina facebook (fr. cop)