09 October 2015

Dati recenti rilasciati dal Ministero della Salute rilevano un calo nella percentuale dei bambini vaccinati in Italia. In particolare le vaccinazioni “obbligatorie” sono scese sotto la soglia del 95%, considerata la soglia di copertura minima dall'OMS, mentre quelle consigliate, come il temuto vaccino MPR (morbillo, parotite, rosolia) sarebbero calate sotto l'86%. Già l'OMS, a febbraio di quest'anno, aveva redarguito l'Italia per il calo delle vaccinazioni che si intravedeva nei dati del 2013.

Ne abbiamo parlato con Paolo Sarti, pediatra e per molto tempo consulente della Regione Toscana per le politiche sanitarie.

Dottor Sarti, quali sono le ragioni di questo calo?

Certamente i genitori non vogliono il male dei figli, sono solo male informati. Ci sono due tipi di informazione sbagliata, la prima colpevole di non scientificità come quella che passa su Internet, non controllata, un po' esoterica ed emotiva. Il tam tam arriva, i genitori si preoccupano e magari si spaventano. E questa è una responsabilità della rete che alimenta la scarsa cultura delle famiglie. Poi c'è un aspetto legato al mondo sanitario che ha fatto grandi errori sulla comunicazione delle vaccinazioni. Prediamo i casi dell'aviaria o della suina. E' vero che è meglio essere preparati con scorte vaccinali piuttosto che rischiare ma questo atteggiamento di cautela da parte del sistema sanitario, giustissimo, doveva essere tenuto sotto controllo e non comunicato in modo da generare preoccupazione immotivata. Dopo di che, quando si è sgonfiato tutto e non c'è stato per fortuna bisogno di mettere in atto misure estreme, i cittadini lo hanno percepito come un segnale di esagerazione. L'esagerazione è stata in realtà solo nella comunicazione. Errori di questo tipo ci sono stati anche nel caso della meningite. Per un periodo si è prestato tantissima attenzione al vaccino contro il meningococco B, sembrava fosse indispensabile e tutti volevano farlo, provocando addirittura disagi alle varie ASL, nonostante noi medici rassicurassimo sul fatto che non ci fosse nessuna epidemia in corso. Adesso si è passati alla corsa contro il meningococco di tipo C, con la stessa modalità allarmistica. Non è così che si gestiscono le vaccinazioni. Serve un equilibrio comunicativo. Bisogna innanzi tutto far sapere che è importante farlo, è importante farlo per tempo ma senza eccessi. Il rischio è che quando la situazione si fa più critica, le persone abbiano già perso fiducia nel sistema.

In Italia il vaccino esavalente contiene le quattro vaccinazioni obbligatorie più due opzionali che però vengono somministrate insieme alle altre. Qual è il perché di questa scelta?

A livello legislativo da molti anni il Parlamento non si occupa più di vaccinazioni, per cui siamo ancora su antiche vaccinazioni obbligatorie. In realtà a livello regionale siamo andati avanti. Non parliamo più di obbligatorie ma di raccomandate. La legge che stabiliva i vaccini obbligatori non è mai stata abrogata ma questo a noi non interessa, non si può obbligare alla salute, bisogna convincere alla salute. In Toscana abbiamo un calendario vaccinale gratuito, studiato a partire dalle vaccinazioni che hanno dato successi e garanzie. Fidiamoci, non possiamo metterlo continuamente in discussione come alcuni genitori mal consigliati fanno. Chi gestisce i vaccini spesso vi ha dedicato tutta una vita di studio. Il suo scopo non è far del male ai bambini ma fare al meglio le vaccinazioni. Affidiamoci e fidiamoci, questo è degno di una società civile. E non parliamo più di obbligatorietà, essere in salute non è obbligatorio, è raccomandato. (fr.cop)