Fu un lascito testamentario del mercante pratese Francesco Datini, a determinare nel 1419 l’avvio della costruzione, in Firenze, di un grande Ospedale per i bambini abbandonati. L’Arte della Seta, individuata come garante della costruzione e patrona del nuovo ente, affidò il progetto a Filippo Brunelleschi. L’Istituto degli Innocenti divenne così il luogo del bello deputato ad accogliere esclusivamente i bambini abbandonati.
La loro crescita e la loro cura prevedeva la permanenza nelle case di nutrici di campagna che li allattavano fino ai due anni, poi tenuti a svezzamento fino ai 5-6 anni. Al termine di questo periodo i sopravvissuti all’elevato tasso di mortalità infantile tornavano in Istituto per essere scolarizzati e successivamente avviati al lavoro, mentre le bambine erano avviate alla tessitura o ai lavori domestici presso le famiglie agiate di Firenze per guadagnarsi la dote che avrebbe permesso loro di sposarsi o di farsi monache.
A partire dal ‘700 l’attenzione istituzionale si concentrò anche sulla salvaguardia della salute dei bambini, sviluppando ambiti specifici di indagine scientifica, promossa dalla presenza di medici insigni, dediti a sperimentare nuovi metodi di allevamento e di cura delle patologie infantili. È in quest’epoca che iniziano le prime sperimentazioni di allattamento artificiale, di prevenzione antivaiolosa, di sviluppo della scienza ostetrica e pediatrica.
Tra il 1600 e il 1700 l’istituzione iniziò ad accogliere le madri nubili tra le nutrici interne, le addette cioè a prestare le prime cure ai neonati, avviando così una prassi assistenziale anche nei confronti delle donne. Negli anni a venire le giovani iniziarono a ricevere un sussidio, un aiuto per costruirsi una vita anche fuori dall’Istituto.
Considerato ben presto un modello universale l’Istituto degli Innocenti ha proseguito nei secoli l'impegno iniziale, adeguandosi alle nuove normative sulla tutela dell'infanzia e della famiglia e contribuendo anche alla loro determinazione.
La storia dell’Istituto e della sua evoluzione nella cura dei bambini è oggi raccontata nel Museo degli Innocenti.